giovedì 6 dicembre 2012

No, ma il punto,

semplicemente, è che pur essendo invisibile, uno porta in se tante lingue diverse. E quindi questo nato morto rinasce appunto per farmi parlare nella lingua che mi va (cioè, in italiano). Con errori (che si possono assolutamente comunicare, proverò sempre a fare le correzioni; sarà il mio corso d'italiano non-cost).

Lascio i primi post, che non c'entrano nulla, perché li ho pensati a Bologna nel 2009, probabilmente in uno dei momenti di febbre di quel corto viaggio. Li lascio come tributo al blabla nostalgico della città che non va via di me. E poi posto i "racconti a casa", quei viabigaresi scritti quest'anno, quasi sempre in cucina, nella poltrona che chi sa dov'è finita. E poi vedremmo.


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