lunedì 28 gennaio 2013

Dentro lo stomaco

vive l'angoscia. Lo avevo imparato già un sacco di tempo fa, sembrando che vivere sia scordarlo e ritrovarlo. Un mal di stomaco allucinante, ogni tanto. E non si fuma più per alleggerirlo. 

E nonostante Nietzche, mentre cercavo soltanto di leggere sul diritto alla città, viene a trovarmi per dire:

"È necessario silenziare le grande cose, o parlare di loro con grandezza, cioè, con cinismo ed innocenza... Sosterrò come proprietà e prodotto dell'uomo tutta la bellezza e tutta la nobiltà che abbiamo concesso alle cose reali o immaginarie."

Spash-spash! nella faccia bianca della tempesta. Pummm nello stomaco. Urli al cervello, "parli troppo con cinismo, ma sta zito". Magari l'innocenza. Meno male che il signore Lefebvre me lo ha tradotto come: dai, tesorino, questo vuol soltanto dire che è finito il tempo delle strutture. Non le hai mai avuto, ora preparati per perdere pure la sua idea.

Dentro lo stomaco, la mancanza di struttura che ogni tanto ferma la digestione, e lei ferma il sonno, e lui ferma la lucidità, e lei ferma la calma, e poi basta. Manca soltanto perderne l'idea.

mercoledì 16 gennaio 2013

Bello essere Habesha




Cari amici, cari colleghi, cari parenti, cari conoscenti e cari sconosciuti,

fare un documentario nel 2012 ed in Italia non è cosa facile, forse lo sapete o potete comunque facilmente immaginarlo. Noi (Akio Takemoto, Enrico Turci e Inês Vieira) abbiamo deciso di provarci lo stesso, senza soldi, senza molta esperienza, ma con tanta passione. Il risultato è "Bello Essere Habesha", un'indagine sulla comunità etiope ed eritrea a Bologna.

Abbiamo deciso di non piegarci a tutti quegli elementi avversi che inevitabilmente remano contro la realizzazione di un audiovisivo, ma abbiamo anche deciso di non piegarci a quelle forze che forse ci vorrebbero in giacca e cravatta seduti dietro una scrivania a fare quel che non ci piace (per di più, malpagati); insomma abbiamo deciso che nella vita vogliamo continuare a divulgare la nostra ricerca, a fare documentari e, perché no, film... Spero che conveniate con noi che il mondo ne ha ancora bisogno.

Quello che vi chiediamo non sono soldi (lo so, siamo dei "poveri pirla"), ma una semplice condivisione tramite social network o mail del trailer precedentemente linkato. Siamo consci che tutto ciò probabilmente non porterà a niente, ma... non si sa mai!!

Grazie mille a tutti e tutte,
Akio, Enrico e Inês

PS: non abbiamo condiviso l'intero documentario perché alcuni festival e concorsi richiedono che gli audiovisivi non siano mai stati pubblicati, ma a chi è interessato o semplicemente curioso chiediamo di seguire il nostro blog (http://belloesserehabesha.wordpress.com) e contattarci (belloesserehabesha@gmail.com) per sapere come partecipare o organizzare una presentazione del documentario "Bello Essere Habesha".



Dear friends, colleagues, relatives and unknown fellows,

to make a documentary film in Italy in 2012 is not the easiest task, as you might imagine. We (Akio Takemoto, Enrico Turci and Inês Vieira) have decided to try it nonetheless, with no money, lacking experience but sharing a great passion. The result is "Bello essere Habesha", on the Ethiopian and Eritrean communities in Bologna, Italy.

We decided not to bend to all those adverse elements that inevitably emerge against the creation of an audiovisual, but we did also decide not to bend to those forces that would possibly put us in a suit, sitting behind a desk, in some low-paid and un-fulfilling work. In short, we have decided that in life we would like to continue sharing our research, making documentaries and even movies; and we hope you agree that the world still needs them.

What we are asking you is not money (we, "poor idiots"), but simply sharing via social networks or email the trailer linked above. We are aware that this won't probably lead that far away, but let us open the door of possibilities!

Thank you all,
Akio, Enrico and Inês

PS – We are not linking the entire documentary because some festivals and competitions require that audiovisual documents have never been published; but for those who might be interested or just curious about it, please follow our blog (http://belloesserehabesha.wordpress.com) and contact us (belloesserehabesha@gmail.com) so that we can talk about how to participate or organize a screening session of the documentary "Bello essere Habesha".

martedì 8 gennaio 2013

"Dovresti dimenticarti che hai un cuore",

mi ha appena detto la dottoressa. L'ho chiamata per chiarirmi qualcosa strana di questo corpo che sta stranamente funzionando bene negli ultimi mesi. Ho passato il sabato come accompagnante in ospedale e ho visto un bel po' di casi gravi. Da un momento all'altro sembrava che mi fosse caduto un caterpillar sopra il cuore - nemmeno il braccio si voleva muovere.

"Ma no, non pensarci. Dovresti dimenticarti che hai un cuore", m'ha detto la dottoressa. Ho pensato un sacco di cose, ma la più importante è che magari questo è il consiglio migliore che lei mi ha dato in tutta la vita: dimenticare il cuore e andare avanti facendo finta di nulla. Nulla osta al cuore, vattene oh! Avere una busta irrequieta piena di sangue agile - non si chiama mica cuore, è soltanto una busta veloce.

Un contenitore arrotondato che si agita in fretta.

Un muscolo che bisogna mantenere sempre in corsa.

L'autore dell'unico bombardamento immortale.

Mica un cuore, quello l'ho dimenticato.